Una volta ero ricoverato e il mio compagno di stanza era un nonnino di 90 anni. Era molto più sveglio di quanto pensassi e passammo quei giorni insieme a parlare di politica. Lui era curioso di sapere cosa pensasse un giovane della politica attuale ma soprattutto di quella passata, e io ero più curioso di lui di conoscere cosa accadeva quando ancora non c'ero. Faceva parte delle camice nere, aveva vissuto sulla sua pelle periodi in cui la destra e la sinistra erano davvero 2 cose distinte, senza esclusioni di colpi, con degli ideali precisi (più o meno condivisibili), ma mi parlava con stima e rispetto dei politici che aveva conosciuto. Di qualsiasi fazione politica. Mi parlava di Almirante, di De Gasperi, di Berlinguer, di Pertini. Me ne parlava con orgoglio.
Oggi questi discorsi mi sono venuti alla mente, poi ho guardato il telegiornale. E ho pensato. Ma io di cosa cazzo parlerò ai miei figli o nipoti quando me lo chiederanno? Dovrò parlare di partiti politici che non esistono più? Di partiti che sono diventati solo delle macchine per accumulare soldi da spartire alle spalle dei cittadini? Parlerò di politici che si buttano senza problemi dal Partito Comunista a Fratelli d'Italia solo perché possono ottenere una poltrona da qualche parte? Parlerò di quanto fanno pena e di quanto considerino il fatto di essere in una posizione di potere, si un privilegio, ma unicamente per loro!
Di come la tua carriera politica possa essere migliore in baso a quanto più sei colluso con la mafia o a quanto più brava sei a fare i pompini?
Di quanto l'unica cosa in cui sanno eccellere è prendere per il culo i cittadini in campagna elettorale per poi depennare una per una tutte le promesse?
Dovrò parlare di queste fecce umane?
Il mio compagno di stanza non c'è più, ma forse è meglio per lui. I suoi occhi e le sue parole schifate quando guardavamo il telegiornale insieme in quei giorni li ricordo ancora.
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